Agostino Ferrari Milano, 1938.

Dopo aver compiuto studi di carattere scientifico inizia l’attività di pittore nel 1959, anno in cui conosce Remo Brindisi, che subito lo accoglie a lavorare nel suo studio. Nel 1961 si inaugura la sua prima mostra personale alla galleria Pater di Milano, con la presentazione di Giorgio Kaisserlian. Le opere dei primi anni " Natura Paesaggio Circostante" hanno per oggetto il paesaggio della periferia industriale milanese di fine anni ‘50. Importante è l’incontro con Angelo Verga, Ettore Sordini, Ugo La Pietra, Alberto Lucia e Arturo Vermi. Il gruppo, che ha vita breve, e coincide con l’inizio della sua ricerca che porta ad un uso minimale del segno pittorico. Nel 1963 il segno di Ferrari si tramuta in una vera e propria scrittura non significante, una grafia policroma, dinamica. Nel biennio 1962-1964, denominato dall’artista Segno-Scrìttura, la sua attenzione è rivolta ad una scrittura che si fa arte. Nel biennio 1964-1965, compie due viaggi a New York che gli permettono di conoscere l’ambiente della pop art e artisti come Lichtenstein, Rauschenberg, Jasper Johns, Billy Apple. In questa ottica si inserisce la serie dei Labirinti, dipinti che rappresentano la volontà di “abbandonare” il racconto, per porre invece maggiore attenzione alla descrizione di concetti plastici.Tra il 1966 e il 1967 inizia una serie di opere dal titolo Teatro del segno, nelle quali il segno si manifesta sotto forme diverse e si trasformano in quadri-oggetto, in cui sono presenti quattro elementi di diversa natura fìsica: il segno pittorico, dipinto su un piano bianco; il segno simbolo, dipinto su una superficie trasparente; il segno fisico positivo, realizzato con dei fili di acciaio o di altri materiali; il segno fisico negativo, rappresentato da una fessura intagliata nel pannello di legno. Quasi contemporanea è la serie di opere dal titolo Forma Totale. Nei primi anni Settanta, l’artista inizia la sua ricerca intorno al colore. Nel 1972 presenta le opere intitolate Segno-Forma-Colore. Nello stesso anno, alla Galleria San Fermo, e nel 1974, al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, Ferrari presenta l’organizzazione de Segno-Forma-Colore all’interno dello spazio di 20.000.000 di anni luce proposto da Vermi.Dal 1972 al 1975 l’artista cerca di determinare le relazioni psicologiche che hanno su di lui i colori. Questo lavoro lo porta a realizzare nel 1975 un’opera di grandi dimensioni: l’Autoritratto, la sua unica installazione, che l’anno successivo viene esposta anche a Palazzo Diamanti, a Ferrara. Tra il 1976 e il 1978, realizza l’Alfabeto, gruppo di opere che rappresentano la sintesi di quanto contenuto nell’Autoritratto. Nel 1978 riemerge in Ferrari la voglia di esprimersi con il segno, realizza così i Giardini e i Ricordi, opere in cui si trova la presenza di un segno-segnale. Dagli anni Ottanta il segno diviene protagonista incontrastato degli Eventi, opere nelle quali per “fermare” se stesso su un “simbolo di pagina tempo”. Nel 1995, partecipa alla serie di quattro mostre dedicate al gruppo del “Cenobio”: a Palazzo Martinengo a Brescia, alla Galleria Peccolo di Livorno, all’Artestudio a Milano ed allo Studio Delise a Portogruaro. Il lavoro attuale dell’artista si incentra sulla realizzazione di opere alle quali dà il titolo di Oltre la soglia. Nel 2005, Ferrari è stato invitato alla Quadriennale di Roma,in questo ciclo anche i tre grandi murali che Ferrari esegue nel 2007, su incarico dell’impresa edile Valdadige Costruzioni di Verona e del gruppo Land (Landscape Architecture) di Milano, nella piazza Borgoverde di Vimodrone. nel 2010 dalla mostra alla Casa del Mantegna di Mantova curata da Martina Corgnati. In questa cornice prende vita la spirale dell’Autoritratto. Nel 2011 la Fundación Cultural Frax (L’Alfás del Pi, Alicante) organizza una vasta antologica dell’artista, la prima in terra iberica, riscuotendo ampi consensi. Agostino Ferrari vive e lavora a Milano.