Victor Vasarely, Pècs, 1906 - Parigi, 1997.

Vasarely trascorre l'infanzia nel suo paese natale, e a 12 anni manifesta le sue precoci tendenze artistiche con il quadro Bergère, un paesaggio. Nel 1925 si diploma, e incitato dal padre, studia all'università prima medicina, poi lettere. Nel 1927 compie il passo definitivo iscrivendosi all'Accademia artistica privata Podolini-Wolkmann. Nel 1929 Vasarely si trasferisce al Műhely, una scuola da lui definita "il Bauhaus ungherese", fondata nel 1927 da Sándor Bortnyik, un ex professore di quest'ultima. Potremmo dire che Bortnyik "ha scoperto" Vasarely. Qui al pittore viene descritta l'arte senza bisogno di forma. Nel 1930, dopo aver transitato per breve tempo attorno al De Stijl, si trasferisce a Parigi, il centro dell'arte di quell'epoca. Lì si sposò con Claire, conosciuta al Mühely. Nel 1931 nasce il suo primo figlio André, e pensa di fondare una scuola simile al Bauhaus. Nel 1934 nasce il figlio Jean-Pierre, noto poi come Yvaral. Fino la 1939 si dedica completamente al suo lavoro di artista pubblicitario. Intanto continua (senza né esporre né mostrare i suoi quadri) a studiare, sperimentando gli effetti ottici nella grafica. Vasarely, nel 1940 aveva conosciuto Denis René, un altro artista. In quell'anno muore Paul Klee. Negli anni tra il 1942 e il 1944 crea opere ispirandosi a lui e ad altri pittori suoi amici. Nel 1944 la galleria Denis René dedica una grande personale a Vasarely.Il 1947 fu un anno particolare per Vasarely: cambiò infatti stile di pittura, iniziando con l'analisi degli astrattismi geometrici (le "forme nelle forme"): sassi, cerchi, quadrati, etc. Dal 1950 si sviluppa la Optical Art, detta Op-Art. Il periodo si conclude con il ciclo di opere Hommage à Malevič (realizzati tra il 1952 e il 1958), che appaiono come quadrati, rettangoli e rombi che ruotano su degli assi e sono simmetrici. Nel 1955 Victor Vasarely espone alcuni quadri alla galleria Denise René con una tendenza al cinetismo subalpino insieme a Yaacov Agam, Nicolas Schõffer, Pol Bury, Jesús Rafael Soto, Jean Tinguely, Marcel Duchamp e Alexander Calder. Questa mostra divenne il primo accenno dell'Op Art, e prese il nome de: "Le Mouvement" ("Il Movimento"). Quel ciclo di quadri che lo rese famoso a livello internazionale era caratterizzato da un innato senso del movimento, quasi insolito negli altri movimenti pittorici della prima metà dell'Ottocento. Alcuni critici d'arte dell'epoca hanno definito il Mouvement una contrapposizione alla Pop Art di Andy Warhol. Josef Albers, che fu un'importante fonte di idee per l'Op Art, elaborò la teoria del fatto fattuale e attuale. Vasarely, per la mostra del 1955, scrisse Il Manifesto Giallo, nel quale espone le sue idee riguardanti l'invenzione di un linguaggio cinetico figurativo, basato sulla disposizione e la riproduzione in serie di figure geometriche con colori complementari diversi. Nel Manifesto Giallo del 1955 Vasarely espresse anche l'idea centrale della sua arte, l'"Unità plastica".Gli anni sessanta e settanta sono stati il periodo più produttivo di Vasarely dal punto di vista artistico e culturale. Le due mostre, la prima nel 1965 al MOMA (Museum Of Modern Art) di New York intitolata "The Responsive Eye" e la seconda nel 1967, al Musée del'Art Moderne de la Ville de Paris, con il titolo di "Lumière et Mouvement", non hanno fatto che accrescere la sua fama, conferendogli l'immagine di artista enigmatico, da scoprire fino all'ultima "trasposizione geometrica", come le definiva lui.Nei suoi ultimi anni Vasarely si dedicò soprattutto all'ampliamento dello spettro di forme inseribili unito al rafforzamento della struttura spaziale della geometria e del quadro stesso. Secondo Vasarely l'arte del futuro "...tende all'universalità totale dello spirito, la sua tecnica è destinata a svilupparsi in direzione di un generale progresso tecnologico, la sua fattura sarà impersonale se non addirittura codificabile. [...] Sin dalla sua nascita l'arte è di possesso di tutti."