Paolo De Cuarto

Paolo De Cuarto (all’anagrafe Paolo Scozzafava) nasce nel 1972 a Catanzaro, dove trascorre interamente la propria infanzia: è il quarto di cinque figli maschi, da qui lo pseudonimo “De Cuarto”. La prima tappa della sua formazione ha dunque luogo in Calabria, una terra difficile, in cui memoria e cultura convivono da sempre. La nostalgia per il suo paese è un sentimento che riaffiora a tratti nelle immagini delle sue réclames, insieme all’attaccamento profondo verso la propria famiglia e il passato, a cui rivolge uno sguardo malinconico: con i suoi lavori l’artista intende riappropriarsi di certi ‘frammenti’ della vita urbana, loghi di réclames storiche appartenuti ai muri cittadini, rielaborati da De Cuarto attraverso il gusto nostalgico del bello, con sensibilità prettamente informale.

Nel 1994 l’artista si trasferisce a Milano per motivi di studio, e qui, tramite un amico inizia a lavorare al ‘Bar Jamaica’, storico ritrovo di artisti e grandi personalità. In quegli anni il bar era frequentato soprattutto dagli studenti della Statale, rimanendo un punto di riferimento importante delle serate milanesi: in questo ambiente De Cuarto ha l’occasione di incontrare “personaggi culturalmente stimolanti”, da cui ha cercato di imparare, assimilare, comprendere il più possibile. Nei tre anni che seguono il suo arrivo a Milano, De Cuarto lavora duramente al Jamaica, permettendosi ben poche distrazioni, poi, stanco della ‘sregolatezza dei lavori serali’, inizia a lavorare in fabbrica, presso la ST-microelettronics, ma la situazione non migliora, i turni sono massacranti e De Cuarto si sente in trappola; alla prima occasione scappa a Ibiza, dove rimane per circa tre mesi a lavorare in un ristorante. Al suo ritorno riprende a lavorare nella vecchia azienda, dalle ventidue alle sei del mattino, e di giorno accompagna Mimmo Rotella in giro per Milano. Da questi incontri quotidiani nasce il sodalizio con il maestro e la prima vera formazione di De Cuarto. Inizialmente il suo compito è quello di fare da autista a Rotella, poi comincia ad interessarsi dell’aspetto artistico: “Lo aiutavo nella scelta delle immagini e nel lavoro dietro le quinte, in seguito mi occupavo di tutto, di giorno in giorno le deleghe si accavallavano, dopo un paio di anni di lavoro con lui gli facevo da alter ego, gli curavo tutto: il riordino delle migliaia di foto sue personali e quelle di circa cinquanta anni di disordine”. La collaborazione tra i due, iniziata nel 1998, termina nel 2002, un avvenimento questo che De Cuarto ricorda con amarezza, ma che non intacca l’importanza di Rotella nella propria formazione artistica, un aspetto che va di pari passo però con la ferma volontà di affermare una propria autonomia creativa.