Sebastiàn Matta, Santiago del Cile, 1911 - Civitavecchia, 2002.

Nacque da una famiglia cilena di origini spagnole, basche e francesi. Dopo gli studi in architettura, nel 1934 si trasferisce a Parigi dove lavora con Le Corbusier ed entra in contatto con intellettuali come Rafael Alberti e Federico García Lorca. Conosce André Breton e Salvador Dalí e aderisce al Surrealismo elaborando una pittura incentrata su morfologie psicologiche. È costantemente in movimento, dalla Scandinavia dove conosce Alvar Aalto a Londra per Henry Moore, Roland Penrose e René Magritte. A Venezia conosce De Chirico; sempre in vena di scherzare, presentato da un amico gli andò incontro e chiese "De Chirico? Quello vero o quello falso?" Roberto Matta, There Figures, 1958c, Centro M.T. Abraham per le Arti Visuali. Su richiesta di Salvador Dalí va a trovare André Breton che lo dichiara surrealista. Di lui, nel 1944, Breton scrive: «Matta è colui che maggiormente tien fede alla propria stella, che è forse sulla strada migliore per arrivare al segreto supremo: il controllo del fuoco». All'inizio della Seconda guerra mondiale fugge a New York assieme a molti altri artisti d'avanguardia. Qui esercita una decisiva influenza su alcuni giovani artisti come Jackson Pollock e Arshile Gorky. Viene allontanato dal gruppo surrealista (in cui successivamente fu riammesso), accusato di aver indirettamente provocato il suicidio di Gorky a causa della sua relazione con la moglie dell'amico pittore armeno. Trasferitosi a Roma nel 1949 diventerà un importante punto di raccordo tra l'espressionismo astratto e il nascente astrattismo italiano. Lasciata Roma nel 1954, si trasferisce a Parigi, mantenendo uno stretto legame con l'Italia. Dagli anni Sessanta elegge Tarquinia come sua residenza parallela stabilendosi in un ex convento dei frati Passionisti, dove è tuttora tumulato. Tra il 1973 e il 1976 progetta e costruisce, con il pittore e scultore Bruno Elisei, l'Autoapocalipse, una casa edificata riciclando vecchie automobili, come provocazione contro il consumismo. I primi due moduli vengono esposti per la prima volta a Tarquinia (Chiesa di S. Maria in Castello) ed a Napoli (Campi Flegrei), poi ultimata (tre moduli) viene esposta a Bologna Galleria d'arte moderna), Terni (piazza del Comune), La Spezia (centro Allende), Firenze (rampe di San Niccolò-Forte Belvedere). Nel 1985 il Centre Georges Pompidou di Parigi gli dedica una grande retrospettiva. Nello stesso anno Chris Marker gli dedica un documentario, Matta '85. Le sue opere sono esposte nei più importanti musei del mondo (Londra, New York, Venezia, Chicago, Roma, Washington, Parigi, Tokyo). È il padre di Gordon Matta-Clark, nato nel 1943, di Pablo Echaurren, nato nel 1951, di Federica Matta, nata nel 1956 e di Ramuntcho Matta, nato nel 1960.